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Cefalea a grappolo: terapia di profilassi


F. Antonaci, Dipartimento di Scienze Neurologiche ,Istituto Neurologico Mondino, Università di Pavia,

La terapia di profilassi è il cardine del trattamento della CH. I farmaci sono usati limitatamente al periodo attivo di malattia (grappolo) nei pazienti con la forma episodica e in modo continuativo in quelli con la forma cronica. Gli agenti più efficaci sono il verapamil, il carbonato di litio, i corticosteroidi, la metisergide, il valproato, e l'ergotamina. I beta-bloccanti e gli antidepressivi triciclici, efficaci nel caso dell'emicrania, non sono utilizzabili nella cefalea a grappolo.
I principi da osservare nel trattamento sono i seguenti: 1) iniziare immediatamente il trattamento all'esordio del grappolo; 2) proseguire l'assunzione del farmaco finché il paziente sia libero da cefalea da almeno 2 settimane; 3) ridurre quindi gradualmente le dosi assunte, evitando brusche sospensioni; 4) reintrodurre la terapia all’inizio del successivo periodo attivo di malattia. E' inoltre necessario illustrare al paziente gli effetti collaterali dei farmaci. Durante la terapia preventiva, per il trattamento delle crisi superstiti possono essere utilizzati ossigeno e/o Sumatriptan.
La scelta di un particolare farmaco di profilassi deve tenere conto dei seguenti fattori: 1) precedente risposta ai farmaci profilattici; 2) reazioni, avverse o effetti collaterali; 3) controindicazioni all’uso di particolari farmaci; 4) tipo di cefalea a grappolo (episodica o cronica); 5) età del paziente; 6) frequenza degli attacchi; 7) pattern temporale degli attacchi (notturni piuttosto che diurni); 8) durata usuale del grappolo. ( 2000 )


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